4 – ESSERE SEMPLICI È POSSIBILE?
A seguire con un semplice 'clic' potete sfogliare
il quarto segmento del libro:
https://www.sfogliami.it/fl/291095/hyypkuynpsy6ere7jcpv5zzyyz2b7bs1
(continua martedì 23 aprile '24)
4 – ESSERE SEMPLICI È POSSIBILE?
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Alcuni primi passi
In alcuni miei libri ho trattato di alcune "verità scadute", di formulazioni superate, di concezioni da archiviare. Non farò qui se non accenni, rimandando al capitolo antologico.
- Oggi parlare di un Dio interventista, miracolista, che dall'alto dei cieli dirige e fa accadere le cose, che premia e punisce, che basta invocare perché corra in nostro aiuto, costituisce un tragico errore, in uno scandaloso ostacolo nel cammino verso una fede adulta. Questo "teismo" magico, che abbiamo adottato con una trasposizione letteralistica da alcuni testi biblici, oggi non rispetta e non esprime quella presenza amorosa del mistero ineffabile di quella realtà che chiamiamo Dio per dire la fonte dell'amore, dell'essere, la compagnia nascosta ma vicina che ci sostiene nel nostro divenire creature libere e liberatrici.
- Non è più possibile per molti cristiani recitare il credo niceno-costantinopolitano con quelle formulazioni ellenistiche che oggi generano solo una confusione tra Dio e Gesù. Le formulazioni che divinizzano Gesù e la dottrina delle tre persone uguali e distinte come possono oggi reggere alla luce di una lettura storico-critica delle fonti bibliche e delle vicende di Nicea e Calcedonia?
- Ci sono poi leggende come la nascita verginale e le definizioni dogmatiche della mariologia che hanno cancellato la realtà storica di Maria, donna e credente ebrea, sposa e madre di una numerosa famiglia e oggi risultano addirittura ridicole ed hanno fondato un culto mariolatrico superstizioso e un antifemminismo che rilancia un modello di donna sottomessa, aerea, asessuata.
- E come possiamo ancora sopportare quella formula che nella nostra cultura suona blasfema, secondo la quale Gesù è morto per i nostri peccati per espiare le nostre colpe? È il ritratto di un Dio sadico, contrattuale, ragioniere e contabile che vuole un equo compenso. Eppure quasi in ogni eucaristia si ripete questa "bestemmia" in assoluta buona fede.
- E chi può ancora credere che "nasciamo nel peccato originale" e che il battesimo lo cancella? E chi non inorridisce di fronte alle parole del ministro che compie l'esorcismo, cioè l'invocazione per cacciare il diavolo?
- Ho compiuto questi semplici accenni, ma pensate alla teologia e alla pratica delle indulgenze e del suffragio in cui, anziché riporre totale fiducia in quel Dio di amore e di perdono che tutti accoglie, la casta sacerdotale si pone come detentrice di pratiche liturgiche che di fatto gestiscono ciò che appartiene a Dio solo.
Da: Franco Barbero, Confessione di fede di un eretico, Edizioni Mille, 2017; parte seconda, paragrafo 4 " E se ritornassimo all'essenziale? ", pp. 127/128.
Movimenti pro life nei consultori. Giù le mani dalla 194
“Si conferma che sul tema dei diritti delle donne questo governo, se interviene, lo fa senza investimenti e chiamando in causa i pro-vita per ribadire e rafforzare l’attacco alla legge 194, che già vede una sostanziale mancata applicazione della legge dello Stato sul diritto di scelta alla maternità consapevole. Sapevamo già che avere una legge non significa avere acquisito quel diritto, ma questa proposta è inascoltabile, irricevibile e fuori dalla storia” dichiara Antonella Veltri, presidente D.i.Re – Donne in Rete contro la violenza.“Ci chiediamo quale sia l’idea di maternità di questo governo e di chi pensa di poter decidere sui corpi delle donne. I numeri dicono chiaramente che non è certo il ricorso all’aborto la causa della denatalità in Italia” – continua la presidente. “Sarebbe invece importante implementare i servizi a supporto dell’infanzia e rendere effettivamente applicata la legge 194. Le donne in Italia si batteranno per raggiungere l’obiettivo raggiunto in Francia. Basta proclami e propaganda sulle nostre vite” conclude Veltri.
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D.i.Re. – Donne in rete contro la violenza è la Rete nazionale antiviolenza e si compone di 87 organizzazioni dislocate sul territorio nazionale, che gestiscono Centri antiviolenza e Case rifugio, affiancando oltre 20.000 donne ogni anno. D.i.Re e le organizzazioni socie sono attive politicamente per determinare il cambiamento culturale necessario per l’eliminazione della violenza maschile alle donne.
650 mila minorenni consumatori di alcol in Italia
Gerusalemme Est: 20 nuove insediamenti avallati dai ministri...
Il Fatto quotidiano 18/4
Russia -Ucraina "Foreign Affairs": intesa a marzo 2022 su Kiev neutrale ed europea
La guerra poteva finire in un mese. Pace sabotata da BoJo, Usa e Ue...
Il Fatto quotidiano 18/04
Come manipolano Ucraina e Gaza: l'ossimoro per giustificare i massacri
Ogni guerra ha le proprie retoriche per manipolare l'opinione pubblica, ma soltanto alcune segnano la storia di un conflitto. Dopo l'invasione russa dell'Ucraina, la macchina della propaganda diceva: "Se l'Italia vuole la pace, deve investire nella guerra. Più armi l'Italia darà, prima la pace arriverà". La manipolazione fu studiata a tavolino. Da una parte, Draghi aveva il problema di accontentare gli italiani che vogliono la pace; dall'altra doveva compiacere gli americani che vogliono la guerra. Dichiarando di ricercare la pace, Draghi gratificava gli italiani; impegnandosi a inviare armi, accontentava Biden. Da qui lo slogan: "Armi per la pace". Chiamo questa tecnica di manipolazione dell'opinione pubblica "manipolazione per accostamento ossimorico". Un ossimoro è l'accostamento di due parole dal significato inconciliabile: pace e guerra; intransigenza e diplomazia. Durante una diretta a carta Bianca, Maurizio Lupi continuava a dirmi che la diplomazia consisteva nel chiedere la resa incondizionata della Russia con il ritiro da tutti i territori senza concessioni. La diplomazia unilaterale è un esempio di manipolazione per ossimori giacché la diplomazia è sempre bilaterale o multilaterale. La manipolazione per accostamento ossimorico si ottiene esaltando il termine più amato contro quello più odiato per ottenere non la giustificazione, bensì la nobilitazione dei mezzi attraverso il fine. Nel processo di giustificazione dei mezzi rispetto al fine, il mezzo - la guerra o l'attentato terroristico – rimane esecrabile. Nel processo di nobilitazione dei mezzi rispetto al fine, invece, il mezzo diventa nobile. A differenza di Draghi, Biden non ha il problema di manipolare l'opinione pubblica giacché la guerra, nella cultura dominante americana, è una parola piena di significati positivi. Biden non deve strumentalizzare la parola "pace" per far accettare agli americani l'uso degli ucraini come carne da macello per l'avanzamento della Nato verso la Russia. Il rapporto psicologico di un popolo con la guerra è, in larga misura, condizionato dall'esperienza storica di quel popolo con la guerra. Quando la guerra devasta un Paese, com'è accaduto all'Italia nella Seconda guerra mondiale, i superstiti sviluppano una concezione negativa della guerra che si riassume nel detto: "La guerra non conviene". Quando, invece, la guerra trasforma un Paese in una superpotenza ricchissima, i superstiti tendono a concepirla positivamente perché è stata conveniente. Alla fine, il governo Draghi ha avuto l'impudenza di presentarsi come un promotore di pace e non come un satellite della Casa Bianca che violava l'articolo 11 della Costituzione per compiacere Biden.
La manipolazione per accostamento ossimorico si trova anche nel bombardamento di Gaza. In questo caso, i termini dell'ossimoro non sono "pace e guerra" bensì "pace e massacro" giacché a Gaza non c'è nessuna guerra, ma uno sterminio. Per giustificare il massacro dei palestinesi, la macchina della propaganda dice che lo sterminio è necessario per eliminare Hamas e fondare uno Stato palestinese che porterà la pace. Ma questo è falso giacché il massacro dei palestinesi allontana la pace in Palestina così come l'invio delle armi l'ha allontanata in Ucraina. Israele non vuole eliminare Hamas per fondare uno Stato palestinese, ma per impedire che nasca. Netanyahu ha detto che i palestinesi avranno uno Stato soltanto quando impareranno ad amare Israele e l'Occidente ovvero quando avranno imparato ad amare i loro sterminatori.
Alessandro Orsini – Il Fatto Quotidiano – 3 aprile 2024
DA SONNAMBULI NON VEDIAMO I MIGRANTI, GLI IMPOVERITI, I BAMBINI, GLI ANZIANI..
Ieri ho assistito a un brutale allontanamento di una donna nera che sostava fuori un supermercato a chiedere l'elemosina. Non C'è posto per loro nella nostra satolla società.
In un'area di sosta autostradale, la polizia salva da fame e assideramento un ex manager barricato in auto perché rimasto senza lavoro. A Treviso gli agenti intervengono per aiutare una senza tetto che aveva bussato ad un convento.
Gli operatori di «Emergenza inverno» dicono che ormai è cambiata la figura del senza fissa dimora: oggi l'identikit
che chiede un rifugio al caldo e un pasto sicuro appartiene a giovani disoccupati, ad anziani ai quali non basta la pensione minima, a stranieri irregolari...
Non si tratta di essere buoni, ma coscienti e responsabili, questo si. Ho scoperto che al grande linguista Luca Serianni, sensibile non soltanto all'evoluzione della lingua italiana ma anche alle condizioni degli ultimi nella società, piaceva sostituire la parola dovere con responsabilità. Si, noi popolo cosiddetto cristiano dobbiamo sentirci responsabili gli uni degli altri.
(Pasquale Iannamorelli, Qualevita)
A PASSO DI CARICA
A Roma la polizia ferma a manganellate gli studenti dell'Università Sapienza che chiedono la sospensione della cooperazione militare e scientifica con Israele. Arrestati due ragazzi. Ma per Meloni e la ministra Bernini "vergognoso" è chi sta con Gaza.
Il Manifesto 17aprile
Nella riflessione di Mancuso, sempre interessante e stimolante, non sono riuscito a trovare nulla di nuovo, ma è certo che per molti cristiani/e questi "vai e vieni" dei testi evangelici sono poco percepiti e ancor meno interpretati.
Il pregio di queste pagine sta negli interrogativi aperti e, a mio avviso, la difficoltà di cogliere la "naturalezza" di queste memorie così diverse è, a parer mio, ciò che mi piace e parla di più alla mia fede. Questa è una sensibilità molto diversa da quella di Mancuso.
Un profeta come Gesù non poteva, con i suoi discepoli, stare in un solo "contenitore", una sola visione e versione. Queste differenze e contraddizioni sono il segno con cui gli Evangelisti hanno rispettato lo straripamento profetico di Gesù.
Una narrazione tutta ben connessa non mi invoglierebbe a cercare il Gesù storico. Perché fatti, narrazioni, e narranti sono realtà che si mescolano.
Consiglierei, anziché riferirsi e cercare le singole differenze e contrastanti narrazioni, di usare la SINOSSI greca e italiana che a me fu regalata nel 1972 quando ero in Olanda ed ero prete da qualche anno, molto immerso negli studi esegetici e in particolare cristologici.
Grazie per questa bella riflessione di Mancuso. Ma posso invitarvi a usare il metodo che valorizzi la SINOSSI che traduce le differenze e i contrasti e accende il fuoco della ricerca e della consapevolezza del limite delle nostre conoscenze?
La SINOSSI dei quattro Vangeli (io conobbi La SINOSSI di Angelo Poppi del '72), oggi, certamente ne esisteranno di migliori, ma questa opera mi accompagnò caldamente nella lettura in questi 60 anni scatenando in me una serie di interrogativi e insieme di sorprese.
Consiglio l'uso della Sinossi accanto ai preziosi commentari.
Grazie e buon cammino con la SINOSSI o meno. In ogni caso conta la fede, i nostri metodi debbono essere al suo servizio.
Franco Barbero, 17 aprile 2024
Mimmo Lucano: “Abbiamo dimostrato che l’accoglienza non è il problema ma la soluzione”
Le donne si mobilitano contro la guerra
15.04.24 - Pressenza
3 – ESSERE SEMPLICI È POSSIBILE?
A seguire con un semplice 'clic' potete sfogliare
il terzo segmento del libro:
https://www.sfogliami.it/fl/
(continua venerdì 19 aprile '24)
IDOLI INVISIBILI
Signore,
mantienici nella fede in Te,
nella radicale fiducia in Te,
anche quando nella vita
il sole sembra oscurarsi
e prevalgono le tenebre.
Fa' che, come Gesù,
amiamo questa terra
che è lo spazio in cui
Tu ci stai accanto
per cercare
sentieri di fraternità e di gioia.
Questo ho finalmente scoperto
essere l'essenziale dal quale
siamo tentati di uscire per
tornare a girare attorno agli idoli
che spesso si infiltrano invisibili
nella nostra vita quotidiana.
Franco Barbero
DA SONNAMBULI NON AVVERTIAMO
LA NOSTRA INDIFFERENZA
Nel nostro mondo sempre più piccolo ci sono ancora tante Auschwitz, Buchenwald, Dachau. Si chiamano Ucraina, Gaza, Yemen, Sud Sudan, Somalia, Congo, Afghanistan, ecc. Ma noi "sappiamo" - più dei tedeschi e polacchi di 80 anni fa. E passiamo oltre. Regna sovrana l'indifferenza. Non si vedono massicce proteste popolari di massa né tanto meno corpi di interposizione non-violenta come è accaduto in altre epoche, con risultati anche molto positivi.
Siamo davvero dei sonnambuli senza fuoco interiore etico-morale o semplicemente civico.
Quando guidiamo un'automobile elettrica, quando usiamo il telefonino, quando siamo fieri di indossare gioielli ,quando compriamo frutti esotici, cerchiamo di riflettere sul costo umano che c'è dietro la produzione di queste cose.
Girare la testa, "andare oltre" come il levita e il sacerdote della parabola, significa essere complici. Nessuno può dire: "Non lo sapevo". Agire è una scelta: se costruire o meno la pace nei Paesi in guerra o in ginocchio per la fame.
Agire significa dire "no" all'indifferenza. Se c'è una guerra da combattere, è la guerra contro l'indifferenza che sta divorando le nostre società.
DA SONNAMBULI NON RIUSCIAMO A VEDERE L'ALTRO COME PERSONA
L'individualismo esasperato regna sovrano. Ciò che conta per molti, alla prova dei fatti, è spesso ľaffermazione del proprio "io" sugli altri, contro ogni forma di alterità. E questo cinismo individuale o governativo porta inevitabilmente alla cultura dello scarto.
Si "rottama" ciò che non serve, prodotti e uomini: l'anziano ammalato, i disabili considerati un peso per la società, lavoratori che, dopo essere stati sfruttati per anni, non rendono più e per motivi anche futili vengono licenziati, i giovani che non trovano posto nel mondo dell'occupazione o li si vuole impiegare con salari indegni.
Ancora una volta il mio pensiero corre a quella scritta "l care" sulla porta della scuola di Barbiana. "I care", "Mi sta a cuore" significa prendersi cura dell'altro e dei suoi bisogni, del mondo e dell'ambiente. Non basta la buona volontà, bisogna mettersi in gioco con intelligenza, umanità, coraggio.
SVEGLIAMOCI DAL SONNO
Da un po' di tempo, pensando al degrado umano, sociale e ambientale, si parla unicamente di Caivano. Ma le periferie, in Italia come dappertutto, sono infinite.
Però non vedo parlare o scrivere di Scampia, il quartiere alla periferia nord di Napoli, risorto a vita nuova per opera di Felice Pignataro, sua moglie Mirella, Franco Vicario e uno sparuto gruppo di volontari che nel lontano 1981 hanno fondato il GRIDAS (Gruppo Risveglio dal Sonno).
Dopo oltre 40 anni, senza scomodare blitz della polizia, passerelle di ministri, Scampia è un pullulare positivo di iniziative che partono dal basso (il giardino dei 5 continenti, cineforum gratuiti, biblioteca, editoria, doposcuola, sale di riunione e dibattiti).
Tutto voluto e realizzato da persone riunite dall'intento di mettere le proprie capacità artistiche, culturali, al servizio della gente comune per stimolare un risveglio delle coscienze e una partecipazione attiva alla crescita della società.
Riuscire a curare le relazioni cogliendo bisogni e attese è certamente difficile.
Ma se alcuni riescono a farlo, come a Scampia, vuol dire che è possibile. E soprattutto che quella è la strada per uscire dal sonnambulismo.
(Pasquale Iannamorelli, Qualevita)
RILANCIO
Israele non ascolta nessuno, nè Biden né la Ue: avanti con l'attacco all'Iran. Il premier che ha costruito una carriera sullo scontro con Teheran è pronto ad aprire una crisi senza precedenti. E Gaza scompare, insieme alle bombe sugli sfollati e alle fosse comuni allo Shifa...
Continua a pgg.2-3
Per la fine del Ramadàn, tutti insieme a chiedere la pace
Di nuovo sui Pfas in Val di Susa: il teatrino continua…
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NON C'È NESSUN POPOLO ELETTO
Non c'è nessun popolo di Dio sulla terra che possa menar vanto di essere prediletto.
Il popolo eletto è diventato una novella per coprire l'orrore del primato delle armi.
Il popolo eletto sta sempre con gli americani.
Gli eletti di Dio sono i senza potere, senza casa. Quelli che non cercano una terra data da Dio solo per loro, ma cercano una terra in cui ci sia posto per tutti, a partire da quelli che non ce l'hanno e la dividerebbero con tutti.
Franco BarberoIl mio ingresso in sanatorio avvenne a metà giugno del 1959.
Il primo gruppo biblico in sanatorio dell'anno 1960 a settembre.
Ero davvero malconcio con una tubercolosi che mi aveva segnato profondamente: un polmone aveva “una caverna“ aperta e l'altro poco meglio. Fui splendidamente curato, oltre che con i farmaci, anche con regole rigide ma efficaci dal personale medico ed infermieristico.
Era assolutamente proibito parlare per i primi 10 mesi… e ogni mese i medici mi comunicavano, dopo rigorose analisi, lo stato della malattia sempre sostenendomi sia fisicamente che psicologiocamente.
Fu per me una sorpresa che dopo otto mesi mi anticiparono il permesso di alzarmi... fare piccoli passi e brevi conversazioni con gli altri malati.
Fu in quell'occasione che conobbi Carlo e Bruno già in via di guarigione. Il loro desiderio si tradusse in una proposta concreta due mesi dopo, con il consenso dei medici: mi chiedevano se ero disponibile nella mia camera (numero 331) di ricevere un piccolo gruppo di amici anch'essi in via di guarigione. Bruno formalizzò la proposta e la precisò così: “A noi piacerebbe parlare con te di alcuni racconti che abbiamo sentito da bambini”. I sanitari ci dettero il permesso e la durata del nostro incontro venne fissato in 15 minuti, da non superare.
La proposta prese corpo e così con loro si formò un piccolo gruppo di 8 persone, che con scadenza settimanale, si radunava nella mia camera. Per me fu una grande gioia e notai che anche gli altri amici partecipavano volentieri con grande voglia di continuare... Era davvero per me, il primo gruppo biblico della mia vita. (Nel gruppo mi chiamavano il pretino... anche se io diventerò prete solo nel 1963)
Nel quarto incontro facemmo una piccola trasgressione e raggiungemmo i 20 minuti... La caposala ci richiamò severamente.
Ricordo ancora con emozione questa esperienza e quando essi partirono, guariti, avvertii da una parte la gioia della loro guarigione, ma dall'atra soffrii fino alle lacrime per questa separazione.
Ancora oggi Bruno dalla Sicilia mi telefona molto spesso e siamo in contatto soprattutto dopo il mio periodo di ospedalizzazione.
Che bella esperienza!! Ancora oggi mi emoziona.
Franco Barbero