venerdì 19 aprile 2024

4 – ESSERE SEMPLICI È POSSIBILE?

 

 

A seguire con un semplice 'clic' potete sfogliare

il quarto segmento del libro:

https://www.sfogliami.it/fl/291095/hyypkuynpsy6ere7jcpv5zzyyz2b7bs1

 

(continua martedì 23 aprile '24)



Alcuni primi passi


In alcuni miei libri ho trattato di alcune "verità scadute", di formulazioni superate, di concezioni da archiviare. Non farò qui se non accenni, rimandando al capitolo antologico.

- Oggi parlare di un Dio interventista, miracolista, che dall'alto dei cieli dirige e fa accadere le cose, che premia e punisce, che basta invocare perché corra in nostro aiuto, costituisce un tragico errore, in uno scandaloso ostacolo nel cammino verso una fede adulta. Questo "teismo" magico, che abbiamo adottato con una trasposizione letteralistica da alcuni testi biblici, oggi non rispetta e non esprime quella presenza amorosa del mistero ineffabile di quella realtà che chiamiamo Dio per dire la fonte dell'amore, dell'essere, la compagnia nascosta ma vicina che ci sostiene nel nostro divenire creature libere e liberatrici.

- Non è più possibile per molti cristiani recitare il credo niceno-costantinopolitano con quelle formulazioni ellenistiche che oggi generano solo una confusione tra Dio e Gesù. Le formulazioni che divinizzano Gesù e la dottrina delle tre persone uguali e distinte come possono oggi reggere alla luce di una lettura storico-critica delle fonti bibliche e delle vicende di Nicea e Calcedonia?

- Ci sono poi leggende come la nascita verginale e le definizioni dogmatiche della mariologia che hanno cancellato la realtà storica di Maria, donna e credente ebrea, sposa e madre di una numerosa famiglia e oggi risultano addirittura ridicole ed hanno fondato un culto mariolatrico superstizioso e un antifemminismo che rilancia un modello di donna sottomessa, aerea, asessuata.

- E come possiamo ancora sopportare quella formula che nella nostra cultura suona blasfema, secondo la quale Gesù è morto per i nostri peccati per espiare le nostre colpe? È il ritratto di un Dio sadico, contrattuale, ragioniere e contabile che vuole un equo compenso. Eppure quasi in ogni eucaristia si ripete questa "bestemmia" in assoluta buona fede.

- E chi può ancora credere che "nasciamo nel peccato originale" e che il battesimo lo cancella? E chi non inorridisce di fronte alle parole del ministro che compie l'esorcismo, cioè l'invocazione per cacciare il diavolo?

- Ho compiuto questi semplici accenni, ma pensate alla teologia e alla pratica delle indulgenze e del suffragio in cui, anziché riporre totale fiducia in quel Dio di amore e di perdono che tutti accoglie, la casta sacerdotale si pone come detentrice di pratiche liturgiche che di fatto gestiscono ciò che appartiene a Dio solo.

 

Da: Franco Barbero, Confessione di fede di un eretico, Edizioni Mille, 2017; parte seconda, paragrafo 4 " E se ritornassimo all'essenziale? ", pp. 127/128.



giovedì 18 aprile 2024

I DIRITTI DELLE DONNE RISCHIANO SEMPRE DI ESSERE CALPESTATI

 Movimenti pro life nei consultori. Giù le mani dalla 194

16.04.24 - Pressenza
Mentre l’Europa definisce l’aborto diritto fondamentale dell’Unione e in Francia questo diritto viene inserito nella Costituzione, in Italia il partito di maggioranza usa un voto di fiducia sul PNRR per far entrare il movimento cosiddetto pro-vita nei consultori.

Si conferma che sul tema dei diritti delle donne questo governo, se interviene, lo fa senza investimenti e chiamando in causa i pro-vita per ribadire e rafforzare l’attacco alla legge 194, che già vede una sostanziale mancata applicazione della legge dello Stato sul diritto di scelta alla maternità consapevole. Sapevamo già che avere una legge non significa avere acquisito quel diritto, ma questa proposta è inascoltabile, irricevibile e fuori dalla storia” dichiara Antonella Veltri, presidente D.i.Re – Donne in Rete contro la violenza.“Ci chiediamo quale sia l’idea di maternità di questo governo e di chi pensa di poter decidere sui corpi delle donne. I numeri dicono chiaramente che non è certo il ricorso all’aborto la causa della denatalità in Italia” – continua la presidente. “Sarebbe invece importante implementare i servizi a supporto dell’infanzia e rendere effettivamente applicata la legge 194. Le donne in Italia si batteranno per raggiungere l’obiettivo raggiunto in Francia. Basta proclami e propaganda sulle nostre vite” conclude Veltri.

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D.i.Re. – Donne in rete contro la violenza è la Rete nazionale antiviolenza e si compone di 87 organizzazioni dislocate sul territorio nazionale, che gestiscono Centri antiviolenza e Case rifugio, affiancando oltre 20.000 donne ogni anno. D.i.Re e le organizzazioni socie sono attive politicamente per determinare il cambiamento culturale necessario per l’eliminazione della violenza maschile alle donne.


IN AUMENTO I CONSUMATORI DI ALCOL: SOPRATTUTTO MINORENNI

650 mila minorenni consumatori di alcol in Italia


17.04.24 - Giovanni Caprio- Pressenza

Non c’è stata nel 2022 l’attesa riduzione dei consumatori di alcol a rischio (accennata nel 2021) e la platea degli esposti a consumi a maggior rischio per la salute è arrivata a 8 milioni (erano 7,7 milioni nel 2021). Il 21,1% dei consumatori e il 9,1% delle consumatrici hanno consumato quantità di alcol a maggior rischio per la salute. 
Ma la fascia della popolazione in cui è stata registrata la più elevata frequenza di consumatori a rischio risulta essere quella dei 650.000 minori 11-17enni di entrambi i sessi (il 38,6% dei maschi e il 36,8% delle femmine), seguita dai 2 milioni cinquecentocinquantamila anziani maschi ultra 65enni (il 32,4% dei 65-74enni e il 30,2% degli ultra 75enni). Di estrema preoccupazione il 9,1% dei maschi e il 6,9 % degli 11-15enni. Sono alcuni dei dati dell’Osservatorio Nazionale Alcol dell’Istituto Superiore di Sanità,  che ha rielaborato attraverso il SISMA (Sistema di Monitoraggio Alcol), anche per il Programma Statistico Nazionale, i dati della Multiscopo ISTAT.
Sono stati circa 104.000 i minori che si sono ubriacati, identificando la vasta platea che non dovrebbe ricevere in vendita o somministrazione bevande alcoliche dagli adulti competenti sia negli esercizi pubblici che in famiglia. I valori massimi per i binge drinkers (“abbuffata di alcolici” o “bere fino a ubriacarsi”) si registrano tra i 18-24enni, con 624.000 giovani. Dai dati del Ministero della Salute in corso di pubblicazione nella Relazione del Ministro della salute al Parlamento, nel 2022, si sono registrati 39.590 accessi ai Pronto soccorso (PS); come già per il 2021, Il 10,4% di tutti i ricorsi ai Ps è richiesto da minorenni. Solo 4.110 degli 104.000 binge drinkers minorenni, intossicati dall’alcol, si sono rivolti a opportune competenze mediche (intercettato quindi solo il 4% dei minorenni attesi) pur se dimessi a domicilio senza ulteriori consulenze specifiche. I consumatori a rischio tra gli 11 e i 24 anni raggiungono la cifra di 1 milione e trecentodiecimila, il 18,9% dei maschi e il 13,3% delle femmine.
Si tratta di consumatori che “rappresentano – sottolineano i ricercatori – la platea dei candidati ad un deficit cognitivo prematuro di memoria e di orientamento, in funzione dell’interferenza dell’alcol sulla maturazione della corteccia prefrontale e della tossicità diretta su cellule specializzate come quelle dell’ippocampo. L’alcol determina un danno prevalentemente irreversibile, essendo nota la scarsa plasticità neuronale in età adulta, evitabile e da evitare attraverso inderogabili strategie che la Risoluzione del Parlamento europeo di lotta al cancro ha identificato come strategia “alcol zero”, pari alla frequenza dei consumatori che dovrebbe essere registrata al di sotto dell’età minima legale in Italia e ovunque.”
Nel 2022 anche circa due milioni e 500 mila donne hanno consumato alcolici secondo modalità a rischio per la loro salute e il 15,5% sono minorenni. Si tratta di 300.000 ragazze, che consumano secondo modalità a maggior rischio. Un milione di donne beve per ubriacarsi in Italia, “una quota rilevante – evidenzia l’Ossercatorio – per le implicazioni di salute al femminile, sollecitando una prevenzione di genere da attuare soprattutto in virtù della maggiore vulnerabilità femminile all’alcol a condizioni influenzate anche da basse quantità di alcol consumate incrementanti il rischio del cancro della mammella e della stessa salute riproduttiva che teme l’alcol.” l’alcol. L’OMS e la IARC stimano 3200 nuovi casi di cancro tra le italiane, il 45% causato da consumi moderati, inferiori ai 20 grammi di alcol al giorno (meno di due bicchieri). Tra le donne il comportamento a rischio di più recente diffusione è il consumo di alcol fuori pasto (23,2%), in costante aumento nell’ultimo decennio per la moda delle happy hours come simbolo di emancipazione femminile. Da anni gli indicatori di rischio non mostrano accenni alla riduzione delle consumatrici a rischio (9,1% in media con punta massima del 36,8% tra le 16-17enni), né delle binge drinker (3,7% con punta massima del 10,8% tra le 18-24enni) o delle eccedentarie su base quotidiana (6,1% con punta massima del 36,8% tra le 16-17enni).
E tra i consumatori a rischio ci sono ovviamente anche le persone anziane: nel 2022 sono stati quasi due milioni e 550 mila i consumatori a rischio di età superiore ai 65 anni (il 31,3% dei maschi e l’8,0% delle femmine); 1 milione 350.000 sono 65-74enni, 920.000 75-84enni, 280.000 sono gli ultra85enni. Le numerosità registrate per gli anziani risultano preoccupanti quanto quelle di donne e minori in un’ottica di salute pubblica e nell’evidenza che l’età anziana è connotata da un elevato numero di patologie e di farmaci assunti che sconsigliano l’uso di alcol. Un comportamento che dovrebbe caratterizzare le classi di età più giovanili, il binge-drinking, coinvolge in media il 4,3 % degli anziani maschi e l’1 % delle femmine con picchi di 5,9 % e 2,2% per i 65-74enni e frequenze che non si annullano, come auspicabile, tra gli ultra85enni.

ALCUNE NOTIZIE

 Gerusalemme Est: 20 nuove insediamenti avallati dai ministri...

Il Fatto quotidiano 18/4

Russia -Ucraina "Foreign Affairs": intesa a marzo 2022 su Kiev neutrale ed europea

La guerra poteva finire in un mese. Pace sabotata da BoJo, Usa e Ue...

Il Fatto quotidiano 18/04

 

Come manipolano Ucraina e Gaza: l'ossimoro per giustificare i massacri


Ogni guerra ha le proprie retoriche per manipolare l'opinione pubblica, ma soltanto alcune segnano la storia di un conflitto. Dopo l'invasione russa dell'Ucraina, la macchina della propaganda diceva: "Se l'Italia vuole la pace, deve investire nella guerra. Più armi l'Italia darà, prima la pace arriverà". La manipolazione fu studiata a tavolino. Da una parte, Draghi aveva il problema di accontentare gli italiani che vogliono la pace; dall'altra doveva compiacere gli americani che vogliono la guerra. Dichiarando di ricercare la pace, Draghi gratificava gli italiani; impegnandosi a inviare armi, accontentava Biden. Da qui lo slogan: "Armi per la pace". Chiamo questa tecnica di manipolazione dell'opinione pubblica "manipolazione per accostamento ossimorico". Un ossimoro è l'accostamento di due parole dal significato inconciliabile: pace e guerra; intransigenza e diplomazia. Durante una diretta a carta Bianca, Maurizio Lupi continuava a dirmi che la diplomazia consisteva nel chiedere la resa incondizionata della Russia con il ritiro da tutti i territori senza concessioni. La diplomazia unilaterale è un esempio di manipolazione per ossimori giacché la diplomazia è sempre bilaterale o multilaterale. La manipolazione per accostamento ossimorico si ottiene esaltando il termine più amato contro quello più odiato per ottenere non la giustificazione, bensì la nobilitazione dei mezzi attraverso il fine. Nel processo di giustificazione dei mezzi rispetto al fine, il mezzo - la guerra o l'attentato terroristico – rimane esecrabile. Nel processo di nobilitazione dei mezzi rispetto al fine, invece, il mezzo diventa nobile. A differenza di Draghi, Biden non ha il problema di manipolare l'opinione pubblica giacché la guerra, nella cultura dominante americana, è una parola piena di significati positivi. Biden non deve strumentalizzare la parola "pace" per far accettare agli americani l'uso degli ucraini come carne da macello per l'avanzamento della Nato verso la Russia. Il rapporto psicologico di un popolo con la guerra è, in larga misura, condizionato dall'esperienza storica di quel popolo con la guerra. Quando la guerra devasta un Paese, com'è accaduto all'Italia nella Seconda guerra mondiale, i superstiti sviluppano una concezione negativa della guerra che si riassume nel detto: "La guerra non conviene". Quando, invece, la guerra trasforma un Paese in una superpotenza ricchissima, i superstiti tendono a concepirla positivamente perché è stata conveniente. Alla fine, il governo Draghi ha avuto l'impudenza di presentarsi come un promotore di pace e non come un satellite della Casa Bianca che violava l'articolo 11 della Costituzione per compiacere Biden.

La manipolazione per accostamento ossimorico si trova anche nel bombardamento di Gaza. In questo caso, i termini dell'ossimoro non sono "pace e guerra" bensì "pace e massacro" giacché a Gaza non c'è nessuna guerra, ma uno sterminio. Per giustificare il massacro dei palestinesi, la macchina della propaganda dice che lo sterminio è necessario per eliminare Hamas e fondare uno Stato palestinese che porterà la pace. Ma questo è falso giacché il massacro dei palestinesi allontana la pace in Palestina così come l'invio delle armi l'ha allontanata in Ucraina. Israele non vuole eliminare Hamas per fondare uno Stato palestinese, ma per impedire che nasca. Netanyahu ha detto che i palestinesi avranno uno Stato soltanto quando impareranno ad amare Israele e l'Occidente ovvero quando avranno imparato ad amare i loro sterminatori.

Alessandro Orsini – Il Fatto Quotidiano – 3 aprile 2024    





Felicità

Ricordati sempre, nel gioco della felicità, non prendere tutto per te, ma scendi un gradino e aiuta i deboli… In questa lotta della vita troverai molto amore e sarai amato.

 

Nicola Sacco (al figlio Dante)

DA SONNAMBULI NON VEDIAMO I MIGRANTI, GLI IMPOVERITI, I BAMBINI, GLI ANZIANI..

 

Ieri ho assistito a un brutale allontanamento di una donna nera che sostava fuori un supermercato a chiedere l'elemosina. Non C'è posto per loro nella nostra satolla società.

In un'area di sosta autostradale, la polizia salva da fame e assideramento un ex manager barricato in auto perché rimasto senza lavoro. A Treviso gli agenti intervengono per aiutare una senza tetto che aveva bussato ad un convento.

Gli operatori di «Emergenza inverno» dicono che ormai è cambiata la figura del senza fissa dimora: oggi l'identikit

che chiede un rifugio al caldo e un pasto sicuro appartiene a giovani disoccupati, ad anziani ai quali non basta la pensione minima, a stranieri irregolari...

Non si tratta di essere buoni, ma coscienti e responsabili, questo si. Ho scoperto che al grande linguista Luca Serianni, sensibile non soltanto all'evoluzione della lingua italiana ma anche alle condizioni degli ultimi nella società, piaceva sostituire la parola dovere con responsabilità. Si, noi popolo cosiddetto cristiano dobbiamo sentirci responsabili gli uni degli altri.

 

(Pasquale Iannamorelli, Qualevita)




mercoledì 17 aprile 2024

ROMA : CARICA DELLA POLIZIA

A PASSO DI CARICA

A Roma  la polizia ferma a manganellate gli studenti  dell'Università Sapienza che chiedono la sospensione della cooperazione  militare  e scientifica con Israele. Arrestati due ragazzi. Ma per Meloni e la ministra Bernini "vergognoso" è chi sta con Gaza.

Il Manifesto 17aprile  

OSSERVAZIONI CHE POSSONO ESSERE UTILI: MANCA TOTALMENTE LA SINOSSI

Nella riflessione di Mancuso, sempre interessante e stimolante, non sono riuscito a trovare nulla di nuovo, ma è certo che per molti cristiani/e questi "vai e vieni" dei testi evangelici sono poco percepiti e ancor meno interpretati.

Il pregio di queste pagine sta negli interrogativi aperti e, a mio avviso, la difficoltà di cogliere la "naturalezza" di queste memorie così diverse è, a parer mio, ciò che mi piace e parla di più alla mia fede. Questa è una sensibilità molto diversa da quella di Mancuso.

Un profeta come Gesù non poteva, con i suoi discepoli, stare in un solo "contenitore", una sola visione e versione. Queste differenze e contraddizioni sono il segno con cui gli Evangelisti hanno rispettato lo straripamento profetico di Gesù.

Una narrazione tutta ben connessa non mi invoglierebbe a cercare il Gesù storico. Perché fatti, narrazioni, e narranti sono realtà che si mescolano.

Consiglierei, anziché riferirsi e cercare le singole differenze e contrastanti narrazioni, di usare la SINOSSI greca e italiana che a me fu regalata nel 1972 quando ero in Olanda ed ero prete da qualche anno, molto immerso negli studi esegetici e in particolare cristologici.

Grazie per questa bella riflessione di Mancuso. Ma posso invitarvi a usare il metodo che valorizzi la SINOSSI che traduce le differenze e i contrasti e accende il fuoco della ricerca e della consapevolezza del limite delle nostre conoscenze?

La SINOSSI dei quattro Vangeli (io conobbi La SINOSSI di Angelo Poppi del '72), oggi, certamente ne esisteranno di migliori, ma questa opera mi accompagnò caldamente nella lettura in questi 60 anni scatenando in me una serie di interrogativi e insieme di sorprese.

Consiglio l'uso della Sinossi accanto ai preziosi commentari.

Grazie e buon cammino con la SINOSSI o meno. In ogni caso conta la fede, i nostri metodi debbono essere al suo servizio.


Franco Barbero, 17 aprile 2024


MIMMO LUCANO FINALMENTE LIBERO

Mimmo Lucano: “Abbiamo dimostrato che l’accoglienza non è il problema ma la soluzione

15.04.24 - Pressenza
Nei giorni scorsi Mimmo Lucano ha commentato con gioia e sollievo la buona notizia delle motivazioni fornite dalla Corte d’Appello di Reggio Calabria, che con la sua sentenza ha ribaltato la vergognosa condanna a 13 anni decisa dal Tribunale di Locri.
“Ho accolto la sentenza di assoluzione della Corte d’Appello con orgoglio e soddisfazione. E’ l’uscita da un tunnel che ho vissuto come una mortificazione della mia anima. La mia sofferenza non era legata agli anni di galera, ma al tentativo di infangare il senso di una vita, il mio impegno sociale. Abbiamo dimostrato che l’accoglienza non è il problema ma la soluzione: questo messaggio inedito ha sconvolto il paradigma delle destre e la retorica dei porti chiusi. Il mio incubo era che l’azione giudiziaria avesse generato un dubbio, ma ieri ho vissuto la liberazione della mia anima. Non volevo sconti, volevo un’assoluzione morale piena. Ho subito un’ingiustizia.
Strada facendo il dolore si è trasformato in speranza. Una speranza che voglio condividere con i miei familiari, con gli avvocati Antonio Mazzone, Andrea Daqua, Giuliano Pisapia e il mio amico giornalista Enrico Fierro. Con chi ha subito e subisce persecuzioni per colpa di una giustizia a volte ingiusta. Mi viene da pensare a Ilaria Salis e a Julian Assange. Con tutti i compagni e le compagne che ancora credono che un altro mondo è possibile. Hasta Siempre”.

OGGI A ROMA

 Le donne si mobilitano contro la guerra

15.04.24 - Pressenza

Mercoledì 17 aprile 2024, ore 17.30
Casa Internazionale delle Donne, via della Lungara 19, Roma
Lo spaventoso eccidio della Palestina, la guerra senza sbocco tra Russia e Ucraina, l’escalation che rischia di trascinare il Medio Oriente in una guerra regionale, con il coinvolgimento di altri Paesi, ci impongono una mobilitazione straordinaria per chiedere che la pace sia messa al centro dell’azione politica e diplomatica.
Le donne dell’assemblea della Magnolia, presso la Casa Internazionale delle Donne, chiamano dunque tutte e tutti a un’assunzione di responsabilità e a un protagonismo della società civile per chiedere che la logica della competizione e del dominio sia abbandonata, favorendo quella della cura e del dialogo.
In questa tragica spirale che sta avvolgendo il pianeta, il corpo e la sessualità delle donne sono tornati ad essere un campo di battaglia nei conflitti. Lo abbiamo visto in Palestina e in Israele e in tutti gli scenari di guerra, che cancellano le nostre conquiste materiali e simboliche, uccidendo la nostra libertà.
Per combattere la guerra, dunque, occorre ripartire dalle donne.
Riprendiamo la parola. All’appuntamento di mercoledì 17 sono invitate tutte le associazioni, i movimenti, le singole che non vogliono lasciare il destino del mondo nelle mani di chi dice che la pace si prepara con la guerra.

 

3 – ESSERE SEMPLICI È POSSIBILE?

 


A seguire con un semplice 'clic' potete sfogliare

il terzo segmento del libro:

https://www.sfogliami.it/fl/291094/pcryq72qzpe84fp6fesgdr69v8eeddz

 

(continua venerdì 19 aprile '24)

IDOLI INVISIBILI

 

Signore,

mantienici nella fede in Te,

nella radicale fiducia in Te,

anche quando nella vita

il sole sembra oscurarsi

e prevalgono le tenebre.

Fa' che, come Gesù,

amiamo questa terra

che è lo spazio in cui

Tu ci stai accanto

per cercare

sentieri di fraternità e di gioia.

Questo ho finalmente scoperto

essere l'essenziale dal quale

siamo tentati di uscire per

tornare a girare attorno agli idoli

che spesso si infiltrano invisibili

nella nostra vita quotidiana.

Franco Barbero




DA SONNAMBULI NON AVVERTIAMO

LA NOSTRA INDIFFERENZA

 

Nel nostro mondo sempre più piccolo ci sono ancora tante Auschwitz, Buchenwald, Dachau. Si chiamano Ucraina, Gaza, Yemen, Sud Sudan, Somalia, Congo, Afghanistan, ecc. Ma noi "sappiamo" - più dei tedeschi e polacchi di 80 anni fa. E passiamo oltre. Regna sovrana l'indifferenza. Non si vedono massicce proteste popolari di massa né tanto meno corpi di interposizione non-violenta come è accaduto in altre epoche, con risultati anche molto positivi.

Siamo davvero dei sonnambuli senza fuoco interiore etico-morale o semplicemente civico.

Quando guidiamo un'automobile elettrica, quando usiamo il telefonino, quando siamo fieri di indossare gioielli ,quando compriamo frutti esotici, cerchiamo di riflettere sul costo umano che c'è dietro la produzione di queste cose.

Girare la testa, "andare oltre" come il levita e il sacerdote della parabola, significa essere complici. Nessuno può dire: "Non lo sapevo". Agire è una scelta: se costruire o meno la pace nei Paesi in guerra o in ginocchio per la fame.

Agire significa dire "no" all'indifferenza. Se c'è una guerra da combattere, è la guerra contro l'indifferenza che sta divorando le nostre società.

 

DA SONNAMBULI NON RIUSCIAMO A VEDERE L'ALTRO COME PERSONA

L'individualismo esasperato regna sovrano. Ciò che conta per molti, alla prova dei fatti, è spesso ľaffermazione del proprio "io" sugli altri, contro ogni forma di alterità. E questo cinismo individuale o governativo porta inevitabilmente alla cultura dello scarto.

Si "rottama" ciò che non serve, prodotti e uomini: l'anziano ammalato, i disabili considerati un peso per la società, lavoratori che, dopo essere stati sfruttati per anni, non rendono più e per motivi anche futili vengono licenziati, i giovani che non trovano posto nel mondo dell'occupazione o li si vuole impiegare con salari indegni.

Ancora una volta il mio pensiero corre a quella scritta "l care" sulla porta della scuola di Barbiana. "I care", "Mi sta a cuore" significa prendersi cura dell'altro e dei suoi bisogni, del mondo e dell'ambiente. Non basta la buona volontà, bisogna mettersi in gioco con intelligenza, umanità, coraggio.

SVEGLIAMOCI DAL SONNO

Da un po' di tempo, pensando al degrado umano, sociale e ambientale, si parla unicamente di Caivano. Ma le periferie, in Italia come dappertutto, sono infinite.

Però non vedo parlare o scrivere di Scampia, il quartiere alla periferia nord di Napoli, risorto a vita nuova per opera di Felice Pignataro, sua moglie Mirella, Franco Vicario e uno sparuto gruppo di volontari che nel lontano 1981 hanno fondato il GRIDAS (Gruppo Risveglio dal Sonno).

Dopo oltre 40 anni, senza scomodare blitz della polizia, passerelle di ministri, Scampia è un pullulare positivo di iniziative che partono dal basso (il giardino dei 5 continenti, cineforum gratuiti, biblioteca, editoria, doposcuola, sale di riunione e dibattiti).

Tutto voluto e realizzato da persone riunite dall'intento di mettere le proprie capacità artistiche, culturali, al servizio della gente comune per stimolare un risveglio delle coscienze e una partecipazione attiva alla crescita della società.

Riuscire a curare le relazioni cogliendo bisogni e attese è certamente difficile.

Ma se alcuni riescono a farlo, come a Scampia, vuol dire che è possibile. E soprattutto che quella è la strada per uscire dal sonnambulismo.

(Pasquale Iannamorelli, Qualevita)




Cambiare gli investimenti: la svolta

Perché il disarmo produca la pace bisogna usare il metodo di Isaia: convertire in investimenti di pace gli investimenti di guerra.

Giorgio La Pira



martedì 16 aprile 2024

DAL MANIFESTO DI OGGI 16 APRILE

RILANCIO

Israele non ascolta nessuno, nè Biden né la Ue: avanti con  l'attacco all'Iran. Il premier che ha costruito una carriera sullo scontro con Teheran è pronto ad aprire una crisi senza precedenti. E Gaza scompare, insieme alle bombe sugli sfollati e alle fosse comuni allo Shifa...

Continua a pgg.2-3

LA PACE: DIFFICILE DA RAGGIUNGERE

Per la fine del Ramadàn, tutti insieme a chiedere la pace


14.04.24 - Argo Catania - Pressenza

Nei Quaderni di San Berillo Nino Bellia ha continuato a raccontare, in questi mesi, la trama di rapporti di amicizia che lui e gli altri componenti dell’Osservatorio continuano ad intrecciare, soprattutto con alcuni giovani migranti africani, nel comune impegno per il quartiere di San Berillo Vecchio. Oggi racconta la Festa per la fine del Ramadan, in cui la lungimiranza dell’Imam della Moschea della Misericordia, Kheit Abdelhafid, ha coinvolto cittadini e associazioni non musulmani e lo stesso Vescovo Renna. Tutti a chiedere, a gran voce, la Pace.

Cari amici… Salam Aleikum! Shalom! Eiréne! Pax! Peace! Paz! Paix! Frieden! Mir! Hépìng! Shaanti! Amani! Heiwa! Eyewi! Yatampa! Nabad…Pace! Pace! Pace! E dedico questo, ancorchè esiguo, elenco a tutti coloro che in un periodo così terribile della Storia – di pochi minuti fa la notizia che i droni iraniani stanno attaccando Israele – si impegnano in tutti i modi, con parole e intenzioni, tempo ed energie, con la loro stessa vita, nel dialogo fra le culture, fra i popoli, fra gli esseri umani… Pace a chi non si dà pace per portare la Pace!

Eid Mubarak!

Da tutte le vie dintorno, dalla Stazione e dal Porto, da via di San Giuliano, da Piazza Lupo, da Piazza Teatro Massimo, dal Corso Sicilia e dalla Civita, da tutta Catania arrivano a uno, a due, a piccoli drappelli, a nuclei familiari. Coloratissimi la carnagione e gli abiti, elegantissimi, splendidi, uomini e donne di tutte le età convergono su Piazza Cutelli, l’affollano pacificamente, preparandosi ad entrare in Moschea.
E’ il giorno dell’Id al Fitr, la fine del Ramadàn: la Rottura del Digiuno. Tanti i non musulmani invitati a condividere la Festa. Tra questi, anche noi. Mi sento onorato di una simile considerazione, che mi permette di camminare, sereno e compiaciuto, a testa alta, al fianco di questo popolo raggiante. In particolare, per me e per gli amici dell’Osservatorio, l’opportunità scaturisce dal comune impegno per il quartiere di San Berillo Vecchio, soprattutto in favore dei giovani migranti africani, coi quali da mesi intessiamo rapporti di amicizia e proviamo a cercare alternative a destini annunciati e scontati, a condanne senza appello, a soluzioni sommarie e azzeratorie. La nostra Catania, città a vocazione multietnica…
L’invito a partecipare, già alla cena della sera precedente, e poi alla festa, proviene dalla lungimiranza e dalla magnanimità di Kheit Abdelhafid, l’Imam della Moschea della Misericordia. E’ il suo modo di ricambiare i segni concreti di amicizia e di collaborazione da parte di singoli cittadini, di associazioni, di autorità, dello stesso Vescovo di Catania, Luigi Renna.
E’ un modo di concorrere alla costruzione di ponti fra le culture, perché, come dice Kheit, “sono più le cose che ci uniscono piuttosto che le cose che ci dividono”. Proprio pochi giorni fa, il mercoledì della Settimana Santa, lui stesso aveva partecipato, in punta di piedi, ma autorevolmente e, oserei dire, profeticamente, alla Via Crucis di San Berillo…
Come ormai mi capita spesso, arrivo un po’ in ritardo, e accedo subito al corridoio degli scaffali e dei lavandini. La preghiera si è già conclusa, e faccio appena in tempo a togliermi le scarpe e riporle fra tutte le altre, quando si aprono le porte, e i fedeli cominciano a defluire dall’interno della Moschea, in ordine perfetto e silenzio assoluto.
Un numero innumerevole e innumerabile, a fiumi, da restare sbalorditi. Vado a salutare Kheit, che mi abbraccia e mi include in una schiera già in posa per la foto ricordo. Poi mi chiede se avessi sentito le belle parole del Vescovo, poco prima. Un po’ mortificato, devo ammettere di no, in quanto ancora assente! L’imam mi giustifica con benevolenza e sottolinea che il discorso di Renna aveva fatto eco al suo.
Entrambi avevano parlato di Pace, dell’urgenza e del dono, della necessità di muoverci tutti nella stessa direzione, valorizzando le diversità, invece di esasperarle. Quindi si allontana per un’intervista e io resto assorto, nello spazio della grande Moschea.
Sono rimasti solo pochi fedeli, in preghiera e se ne stanno prostrati e rivolti verso la parete a sud est. Anch’io mi giro verso là e, del resto, il tappeto sotto i nostri piedi ripete all’infinito una decorazione ad archi e colonnine, tutti rossi e bianchi, tutti orientati nella medesima direzione. Mi sembra di stare davvero sul tappeto volante, una sensazione di aeroporto e di flottiglia in migrazione. Mi rendo conto sempre di più dell’educazione e dell’identità religiosa di un popolo talmente vario per latitudini e razze, per tendenze e prevalenze, e pur sempre omogeneo.
Ma non è solo questo ciò che provo. Come le vidi altrove, nell’Alhambra di Granada o nell’Alcàzar di Siviglia, anche qui le colonne sono istoriate di meravigliosi arabeschi, un gettito incessante di spirali, corolle, galassie… E mi rendo conto che posso volgermi in ogni direzione, verso La Mecca come verso Gerusalemme, verso qualsiasi altra Città Santa sulla Terra, e che tra i punti cardinali ci sono interspazi e interlinee, cromatismi e contaminazioni…
E mi ricordo che sono siciliano e che il mio sangue è misto di tante mescolanze. E mi vengono in mente la coda del pavone che allevo nel pollaio, e i fuochi d’artificio che illuminano le nostre notti d’estate o che annunciano l’arrivo della “roba” nei quartieri di Catania… E persino i disegni di Tano Corallo sui muri di Belpasso!
Ciò che conta, in tutte le direzioni possibili e immaginabili, sono le Mura di una Città Santa ancora da vagheggiare e da erigere, ancora da peregrinare, altissime e imprendibili, inabbattibili e inespugnabili perché munite di luce propria e presidiate dalle Sentinelle della Pace.

ANCORA IN VAL DI SUSA PRESENZA ELEVATA DI PFAS

Di nuovo sui Pfas in Val di Susa: il teatrino continua…

14.04.24 - Daniela Bezzi - Centro Sereno Regis - Pressenza
A che punto è la risposta delle autorità piemontesi sull’Emergenza Pfas sollevata ben DUE mesi fa dal rapporto Greenpeace Italia circa gli elevati livelli di sostanze chimiche polifluoroalchiliche nelle acque potabili degli acquedotti pubblici di almeno diciannove comuni valsusini (e ne avevamo già scritto qui)?
E cosa è stato fatto per individuare le sorgenti di tali inquinanti, persino in zone montane… pochissimo industrializzare… senz’altro lontanissime dalle aree già notoriamente impattate da Pfas e Pfoa per la presenza di Solvay nell’alessandrino?
La risposta a queste domande, dopo due mesi di sollecitazioni da parte di una cittadinanza comprensibilmente preoccupata, è stata per il momento un Convegno in Pompa Magna al Centro Incontri del Palazzo delle Feste di Bardonecchia. Alle ore 11 di mattina di un martedì 9 aprile normalmente lavorativo, per cui di popolazione in platea ce n’era pochina…
In compenso c’era un bel po’ di ‘servizio d’ordine’ (nel senso di carabinieri in divisa, controllo a dir poco poliziesco sia agli ingressi che all’interno della sala) a ‘protezione’ dei vari rappresentati delle istituzioni presenti: il vice sindaco metropolitano Jacopo Suppo, per la SMAT Paolo Romano, Secondo Barbero per ARPA Piemonte, Loredana Devietti Goggia (Ato3 Torinese), la sindaca di Bardenecchia Chiara Rossetti, Luca Lucentini per l’Istituto Superiore di Sanità, oltre ai rappresentanti delle diverse Unioni Montane della Valli e molti altri (il convegno è durato oltre tre ore) che si sono avvicendati al microfono con copioso corredo di grafici e slides. E con il sostanziale obiettivo di confermare innanzitutto a sé stessi che, essendo da decenni in produzione per le più diverse e usuali applicazioni, i Pfas sono ormai proprio ovunque e dunque… bisogna conviverci.
E in ogni caso a) i valori riscontrati in val di Susa sono sotto controllo e comunque entro soglie accettabili; b) gli inutili allarmismi saranno presto tacitati dall’entrata in funzione dell’acquedotto collegato al lago artificiale di Rochemolle in grado di servire tutti i comuni, come l’esigua platea ha potuto visualizzare con un bel video introduttivo.
In rappresentanza della neo-nata “Associazione Acqua SiCura” è stata ammessa sul palco, non senza qualche ‘difficoltà’, una Mamma di Chiomonte, che ha letto il testo che qui riportiamo. Ma sull’argomento ritorneremo senz’altro presto in vista della prossima Pubblica Assemblea: giovedì 18 aprile, h 20.30. all’Auditorium di Avigliana.
“Vogliamo informare SMAT e le Istituzioni qui oggi presenti della nascita della Associazione L’Acqua SiCura: siamo decine di abitanti di tutti i comuni valsusini interessati dal problema di PFAS nelle acque potabili e non disposti ad accettare compromessi rispetto all’inquinamento delle acque e dell’ambiente, di cui vogliamo prenderci cura in prima persona. Non siamo disposti ad accettare che venga definita “nella norma” una situazione nella quale non secondo noi, ma secondo dati di SMAT, la concentrazione di queste sostanze ha raggiunto livelli molto più simili a quelli dei comuni inquinati dell’alessandrino, dove è presente il produttore di PFAS Solvay, piuttosto che a quelli delle altre vallate alpine o di tante aree industriali. Sembra esserci poi una disparità di gestione del problema in Piemonte, dato che nell’alessandrino, con valori pari o inferiori ai nostri, si è provveduto a un cambio di fonte di approvvigionamento delle acque potabili. Qui invece, solo rassicurazioni.
Rassicurazioni possibili solo grazie a un limite di legge di 100 nanogrammi per litro. Ma è oggi dimostrato, voi lo sapete meglio di noi ma non lo dichiarate, che questo valore limite è stato stabilito in modo generico e per compromesso, e che studi recenti dicono che già pochi nanogrammi per litro rappresentano un rischio per la salute: nel 2023 l’Organizzazione mondiale della Sanità ha stabilito che il PFOA è “sicuramente cancerogeno” e il PFOA è proprio uno dei principali PFAS riscontrati in Valsusa. La stessa Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare ha stabilito dei limiti di assunzione di PFAS: questi limiti sono stati qui spesso superati. Un esempio? Dai dati di Smat, un bambino di Chiomonte che ha bevuto un solo litro di acqua potabile nel marzo 2023, ne ha assunti il doppio della dose massima settimanale. ASL e L’Istituto Superiore di Sanità cosa possono dirci su questo? Come fate a definire “sicura” da bere un’acqua con 96 o 82 nanogrammi per litro di un PFAS sicuramente cancerogeno, come nel caso di Gravere e Chiomonte? Con soli 5 nanogrammi in più diventa improvvisamente “insicura”? È il rispetto di un limite di legge o la tutela della salute quello che vi interessa? Perché oggi in Veneto, grazie a una legge regionale, si beve un’acqua che contiene nel peggiore dei casi la metà dei PFAS che qui vengono considerati “normali”? Forse perché purtroppo il veneto ha già dovuto fare i conti con danni da PFAS alla salute? La stessa direttiva che imporrà dal 2026 il limite di 100 nanogrammi impone l’obbligo di un’analisi del rischio. La stessa SMAT nel 2019 ha dichiarato che si sarebbe occupata insieme ad ASL e ARPA di analisi approfondite sui PFAS. Dove sono?
L’ origine della presenza anomala di PFAS nelle acque di un ambiente alpino, apparentemente privo di industrie produttrici o utilizzatrici, ad oggi non è stata presa in considerazione dalle istituzioni qui presenti, e chi lo ha fatto è stato dichiarato un “allarmista”. Consideriamo invece inevitabile da parte vostra l’avvio di una indagine approfondita, a partire dalle zone nelle quali valori elevati di PFAS sembrano coincidere con la presenza di cantieri e depositi di materiale di scavo per autostrade, tunnel e TAV, dato che l’utilizzo di PFAS in questo tipo di infrastrutture è documentato.
Dai dati parziali comunicati da SMAT su richiesta di Greenpeace, sappiamo che almeno 19 comuni della valle sono interessati da inquinamento da PFAS nelle acque potabili. Una situazione del tutto anomala e meritevole di indagini a detta di importanti ricercatori. Ulteriori analisi e dati sono appena stati negati sia a Greenpeace che alle amministrazioni comunali della valle, costrette dal rifiuto di SMAT alla procedura di “accesso agli atti” per poterli ottenere.
Chiediamo perché non sono stati presi in considerazione tutti questi elementi per mettere urgentemente in campo analisi rivolte all’individuazione delle fonti inquinanti. Chiediamo la pubblicazione di tutte le analisi svolte, indagini per identificare le fonti inquinanti, bonifica dei siti inquinati, mitigazione del danno attuale e prevenzione del rischio futuro. Non accetteremo più rassicurazioni generiche rispetto alla nostra salute, già smentite dai dati e dalle evidenze scientifiche che abbiamo citato, e non ci presteremo al balletto di cifre e di nanogrammi in più o in meno nelle nuove analisi, che le istituzioni qui presenti utilizzeranno per evitare di andare alla fonte del problema e risolverlo: vogliamo sapere come l’acqua della valle viene inquinata e vogliamo al più presto ZERO PFAS nelle nostre acque.”

 NON C'È NESSUN POPOLO ELETTO

Non c'è nessun popolo di Dio sulla terra che possa menar vanto di essere prediletto.

Il popolo eletto è diventato una novella per coprire l'orrore del primato delle armi.

Il popolo eletto sta sempre con gli americani.

Gli eletti di Dio sono i senza potere, senza casa. Quelli che non cercano una terra data da Dio solo per loro, ma cercano una terra in cui ci sia posto per tutti, a partire da quelli che non ce l'hanno e la dividerebbero con tutti.

Franco Barbero

 La forza della donna

Se per forza si intende una forza bruta, allora è vero che la donna è meno forte dell’uomo. Ma se per forza si intende la forza morale, allora la donna è infinitamente più forte dell’uomo.

M. K. Gandhi

lunedì 15 aprile 2024

UNA PICCOLA ESPERIENZA CHE PORTO ANCORA NEL CUORE

Il mio ingresso in sanatorio avvenne a metà giugno del 1959.

Il primo gruppo biblico in sanatorio dell'anno 1960 a settembre.

Ero davvero malconcio con una tubercolosi che mi aveva segnato profondamente: un polmone aveva “una caverna“ aperta e l'altro poco meglio. Fui splendidamente curato, oltre che con i farmaci, anche con regole rigide ma efficaci dal personale medico ed infermieristico.

Era assolutamente proibito parlare per i primi 10 mesi… e ogni mese i medici mi comunicavano, dopo rigorose analisi, lo stato della malattia sempre sostenendomi sia fisicamente che psicologiocamente.

Fu per me una sorpresa che dopo otto mesi mi anticiparono il permesso di alzarmi... fare piccoli passi e brevi conversazioni con gli altri malati.

Fu in quell'occasione che conobbi Carlo e Bruno già in via di guarigione. Il loro desiderio si tradusse in una proposta concreta due mesi dopo, con il consenso dei medici: mi chiedevano se ero disponibile nella mia camera (numero 331) di ricevere un piccolo gruppo di amici anch'essi in via di guarigione. Bruno formalizzò la proposta e la precisò così: “A noi piacerebbe parlare con te di alcuni racconti che abbiamo sentito da bambini”. I sanitari ci dettero il permesso e la durata del nostro incontro venne fissato in 15 minuti, da non superare.

La proposta prese corpo e così con loro si formò un piccolo gruppo di 8 persone, che con scadenza settimanale, si radunava nella mia camera. Per me fu una grande gioia e notai che anche gli altri amici partecipavano volentieri con grande voglia di continuare... Era davvero per me, il primo gruppo biblico della mia vita. (Nel gruppo mi chiamavano il pretino... anche se io diventerò prete solo nel 1963)

Nel quarto incontro facemmo una piccola trasgressione e raggiungemmo i 20 minuti... La caposala ci richiamò severamente.

Ricordo ancora con emozione questa esperienza e quando essi partirono, guariti, avvertii da una parte la gioia della loro guarigione, ma dall'atra soffrii fino alle lacrime per questa separazione.

Ancora oggi Bruno dalla Sicilia mi telefona molto spesso e siamo in contatto soprattutto dopo il mio periodo di ospedalizzazione.

Che bella esperienza!! Ancora oggi mi emoziona.

Franco Barbero